Raramente esprimo opinioni troppo personali sui social, preferisco utilizzarli per trascorrere del tempo In compagnia di persone a me affini, in serenità e in allegria.
Probabilmente avrò appiccicata addosso l’etichetta di persona ignorante.
Non ignoro (tantissime cose sì, eh), ma proprio perché le mie idee hanno radici solide e nascono da valori e convinzioni radicate non intendo metterle in un post e rimanere seduta e vederle lapidare a colpi di pietre che poi anche a pc spento, lo so, pesano come macigni.
Ogni tanto però mi capita di leggere conversazioni interminabili su temi importanti e di provare una voglia irrefrenabile di scrivere, insieme a quello degli altri, il mio pensiero. “Mi prudono le mani”.
Leggo frasi e parole che mi feriscono e penso a chi, magari più debole, possa veder minata la propria autostima.
Si parla di cyber bullismo fra gli adolescenti, ma si dimenticano insospettabili pseudo professionisti che lanciano bombe e nascondono la mano. E nel mondo  reale sorridono e ti danno una pacca sulla spalla.
Essendo “ignorante”, come dicevo, non entro nel merito, ma voglio fare una breve riflessione personale che si aggancia ad un post che ho letto di recente su Leading Myself che ha come oggetto l’intervista a Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato.
Alla fine dell’intervista Valeria Fedeli lancia un augurio allo staff di Leading Myself e alle donne: fate rete e siate solidali.

Questa frase mi gira in testa da qualche giorno.
Ma cosa significa davvero fare rete? Siamo sincere quando stabiliamo delle connessioni e creiamo delle relazioni, se pur virtuali?
Le nostre reti hanno un valore umano o diamo loro vita in previsione di un eventuale ritorno?
E cosa vuol dire veramente essere solidali?

 

La solidarietà si innesca solo quando si pensa di avere in cambio qualcosa?
Cos’é la vera condivisione?
Mettiamo davvero in circolo il meglio di quello che abbiamo e che siamo oppure ci nascondiamo dietro a vecchi o finti contenuti inutili e cedibili?
Siamo davvero liberi di esprimerci come meglio crediamo?
Esprimerci come meglio crediamo vuol dire porsi su un piedistallo e sparare a zero su tutto ciò che ci sembra più in basso di noi?
A parte essere tutti “Charlie per un giorno”… negli altri 364 chi siamo?