Sono nata a Milano e ci ho vissuto fino all’inizio delle scuole superiori.

Ci sono tornata per studio, per lavoro, per amore e per divertimento (ogni scusa era buona) e ci ho vissuto ancora un po’.

Spesso ci torno e, ogni volta, mi sorprendo a chiedermi a come sarebbe ora la mia vita se a Milano fossi rimasta. Chi sarei adesso se ai numerosi bivi esistenziali avessi scelto l’altra alternativa?
Cosa farei ora se, ad esempio, avessi accettato quel lavoro in pieno centro comodo con i mezzi e in linea con le mie aspirazioni?

Mi hanno detto che non ci devo più pensare, che devo lasciar andare.

Quando vado a Milano spesso mi incontro con Roberta e con lei mi ritrovo sempre a camminare per km e km guardandoci in giro e scattando foto come fossimo turiste. Più che altro foto sceme e, per i più, prive di senso.

Fotografo il Duomo ogni volta, ogni volta da un’angolazione diversa. Come se avere una foto in più del Duomo in archivio accorciasse le distanze e curasse le ferite ancora aperte.

Roberta mi distrae dai pensieri negativi e riporta la concentrazione sul presente.

All’improvviso vede un negozio che “Qui voglio entrare, eh!”, stanca dei miei qui no e qui nemmeno, detti senza pensarci (ma lei mi prende sempre sul serio).

Entriamo. Vabbé in fondo ci sono i saldi, vuoi mai che trovo qualcosa. Guardo ma non vedo. Roberta tocca tutto, è eccitata come una bambina al luna park.

La mia attenzione si risveglia solo di fronte ad un cartello…ma questi cosa scontano???

Sorrido, sorridiamo, ricominciamo a camminare sempre dritto fino in Porta Ticinese.
Alzo lo sguardo e penso che la frase della foto qualcuno l’abbia scritta per me. O forse siamo tutti nella stessa barca. Sono stata fine…ho scritto barca.

Incontriamo lumache giganti lungo il percorso a ricordarci che il nostro passo è lento e il tempo scorre: è ora di pranzo.

Quale posto migliore per un pranzetto fra Amiche se non il Naviglio?

Combattiamo il caldo con una buonissima birra ghiacciata…

…e chiudiamo il pranzo leggero con una soffice torta di mele (sembrava fatta veramente dalla nonna e ho anche pensato di cercarla in cucina per chiederle la ricetta) e uno strepitoso muffin al cioccolato e zenzero. Come da nostra tradizione dividiamo il dolce bottino a metà e assaggiamo entrambi.

Ci rimettiamo a camminare sognando di smaltire quanto appena mangiato. In tutto abbiamo fatto 10 km, misurati da Roberta con la app.

Lei ha una app per tutto. Tutto! Non scherzo.

Io invece le app non le uso, non ho confidenza.

Lei è moderna, io no e questa foto la dice lunga…io sono vintage.