Oggi compio 41 anni e mi sono fatta un regalo speciale: i miei primi 10 km di corsa.
Yeah!!!

 

 

Non sono neanche ad un quarto della distanza di una maratona, ma sono quasi a metà per essere una mezza maratoneta. Praticamente sono un quarto di maratoneta.
E per me, diversamente runner (vedi post), sarebbe un successo immenso.
Come ho fatto ad arrivare a 10?
Come tutti i runner, credo, ho utilizzato un mantra.
Ora provo a spiegarmi.
Cambiare città non è stato facile per me, figuriamoci per i miei figli.
Aspetti burocratici a parte, cambiando vita scendono in campo emozioni, sentimenti e legami.
Casa nuova, scuola nuova, insegnanti nuovi e amici nuovi. Un’altra vita.
Il più grande è riuscito subito a farsi inquadrare nel modo corretto e grosse difficoltà, nell’ambito scolastico, non ne ha avute.
Il più piccolo, invece, si è scontrato con un metodo completamente diverso da quello al quale era abituato: coccole, comprensione e voti alti pur se con poco sforzo.
Nei primi due mesi la storia e la geografia gli hanno causato non pochi mal di pancia e tanta preoccupazione: quattro quattro sul registro e quattro schiaffi morali (che, ora posso dirlo, male non gli hanno fatto) e l’idea di non potercela fare.
Chi mi conosce bene sa che a quel punto avevo già schierato contro l’insegnante di tali materie l’esercito con l’artiglieria pesante.
Poi ho deciso di provare una strategia diversa, un po’ come seguire una tabella per la preparazione di una mezza maratona.
Come prima cosa ho chiesto di parlare con la professoressa in questione per sentire la sua opinione.
Poi ho spiegato la mia.
Ci siamo trovate d’accordo sul fatto che il cambiamento, la timidezza, la paura, il non essere abituato ad interrogazioni orali di un certo livello con uno studio poco approfondito non possono essere affrontati.
Tornata a casa ho parlato sinceramente con mio figlio e abbiamo fatto un piano di lavoro.
Abbiamo studiato, fatto schemi, ripetuto, lavorato con i cd interattivi, abbiamo litigato, non ci siamo parlati e abbiamo fatto pace. Siamo andati a letto tardi e ci siamo alzati molto presto al mattino, abbiamo ripassato in macchina lungo il tragitto verso scuola. Lui ha sopportato il mio perfezionismo e io ho accettato di interrogarlo seduto a testa in giù.
Ieri è stato interrogato in geografia. Voto: 9
Ecco…
Per arrivare a 10 km ho pensato ai miei figli.
Ho pensato che volevo essere un esempio e dimostrare loro che volere è potere. Che se vuoi qualcosa devi sudare per averla, devi dedicarci del tempo, a volte anche quando sei stanco o vorresti fare tutt’altro.
Anche quando gli altri non la pensano come te e non ti sostengono.
“Ma chi te lo fa fare?” mi ha detto mia madre al telefono prima che uscissi a correre.
“Se solo lo voleste, potreste fare qualsiasi cosa” ho detto ai miei figli all’uscita di scuola oggi dopo i miei primi 10 km.
Quando la fatica ha iniziato a farsi sentire ho iniziato a ripetermi continuamente che ogni mio km avrebbe dimostrato ai miei figli che ce la possono fare. A non scoraggiarsi, ad usare tutte le loro potenzialità, ad andare sempre avanti. A fermarsi quando è giusto farlo.
Ecco il mio mantra: un altro km, un altro capitolo.
Qual è il vostro?