Eccoci qua: due squilbrate alle prese con un autoscatto fra gli storici ulivi delle Grotte di Catullo a Sirmione in un freddo giorno di dicembre, uniche turiste presenti.
Essere sole rende questo luogo, già di per se’ meraviglioso, ancor più magico: un vero richiamo alla pace e alla meditazione oltre che un tuffo nel passato e nella storia. Io e Roberta camminiamo lentamente immedesimandoci nei proprietari di una villa di cosiffatte proporzioni e inserita in un contesto di così rara bellezza. (Da agente immobiliare rido sotto ai baffi immaginando di doverla proporre a potenziali acquirenti).
Del resto siamo sulla punta della penisola di Srimione, “gioiello delle penisole e delle isole , fra tutte quelle che il duplice Nettuno accoglie nei chiari laghi e nei vasti mari!” : parola di Caio Valerio Catullo.
Il riferimento a Catullo deriva proprio dai versi del poeta latino di origine veronese che cantava Sirmione, ma questa “soluzione abitativa” non apparteneva a lui.
L’area archeologica delle Grotte di Catullo conserva al suo interno i resti di una delle maggiori ville residenziali dell’Italia settentrionale. Le indagini più recenti hanno permesso di collocare la costruzione della villa in età augustea (ultimi decenni del I secolo a.C. – inizi III secolo d.C.)
La dicitura grotte sta ad indicare i vani crollati, coperti dalla vegetazione, entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali.
All’improvviso ci rendiamo conto di non essere sole, ma in compagnia di un’altra Mamma in fuga.
Dopo esserci immerse completamente nella magia delle Grotte di Catullo decidiamo di vedere Sirmione anche dall’alto ed entriamo nella Rocca Scaligera.
Catullo aveva proprio ragione!
Una Mamma in fuga doc riceve un messaggio da un figlio anche in cima ad un mastio sfoggiando le sue grande abilità nel problem solving anche a 150 km di distanza.
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