Categoria: ROBERTA (Pagina 33 di 38)

Caro diario…

 
L’ultimo post scritto da Barbara mi ha fatto molto riflettere.
Anche io ho sempre adorato scrivere, era la mia vera passione e poi ad un certo punto ho smesso. Basta, più nulla. Se escludiamo piccole cose qua e lá. Mi sono chiesta perché, che cosa sia successo ad un certo punto della mia vita che mi abbia fatto abbandonare una cosa che così tanto amavo.

Da ragazzina tenevo diari (che ancora conservo!) su cui annotavo qualsiasi cosa mi capitasse o mi passasse per la mente. Portavo questi miei diari pesantissimi ovunque, sempre con me. Quasi fossero la mia copertina di Linus.
(N.d.A. Per rendere l’idea basta prendere un qualsiasi adolescente di oggi è sostituire lo smartphone con penna e diario).
Ero sempre impegnatissima a scriverci descrizioni dettagliate delle mie giornate, a fare disegni, attaccare biglietti e scontrini. Quasi volessi lasciare ai posteri una mia eredità, quasi volessi in qualche modo dare testimonianza della mia vita e della sua importanza. Mi dava sicurezza perché, per una timida come me, era la possibilità immediata e tangibile di comunicare le emozioni che a 16 anni, si sa, sono forti, oscure e sconosciute e spesso fanno paura. Poco importa se alla fine comunicavo solo con me stessa tutte queste cose: scriverle era un modo per liberarle, per dar loro un nome ed un senso che fino a quando restavano imprigionate dentro me non avevano. Era come unire i puntini di un disegno nascosto e riuscire finalmente a vedere e capire di cosa si trattava. Ma soprattutto su quelle pagine scrivevo i miei sogni: ciò che speravo, desideravo, ciò che sarei stata da grande.

Poi ad un certo punto ho smesso.
Come dicevo, questi diari li ho però conservati e, poco tempo fa, sistemando degli scatoloni in mansarda, mi sono capitati fra le mani. È stato bellissimo rileggerli, rileggerMI. Ho rivissuto momenti che avevo dimenticato, in certi punti ho riso fino alle lacrime, in altri mi sono un po’ commossa.

Ed ho capito perché ad un certo punto non sono più riuscita a scrivere.

Scrivere mi obbligava a guardarmi dritto negli occhi, senza possibilità di abbassare lo sguardo o fingere di guardare in qualche altra direzione.

E questa cosa ad un certo punto ha iniziato a farmi paura, perché mi rendevo conto che la mia vita non andava come l’avevo programmata e sognata, che stavo in qualche modo infrangendo il patto fatto con quella ragazzina che passava ore e ore a scrivere sul suo diario. Era mettere nero su bianco che non stavo andando nella direzione che avevo pensato, perché lungo il percorso facevo tante, troppe, deviazioni che quasi mi allontanavano dalla meta finale. Non capivo che invece la parte più importante era proprio quella. Che mi stavo ‘perdendo’ per ritrovarmi e che se anche il traguardo mi sembrava sempre lontano, non era su di lui che mi dovevo concentrare, ma sul percorso, sul cammino.
Solo ora sono riuscita a tornare a scrivere, solo ora che non ho più paura di guardarmi dritto negli occhi, ora che non ho più paura di allontanarmi o di allungare il percorso, perché ora so, che se anche non sono arrivata in fondo, al traguardo che mi ero prefissata, se anche i miei obiettivi strada facendo sono cambiati, non significa che io abbia rinunciato ai miei sogni ed alla possibilità di realizzarli. Anzi, in questo momento i miei sogni sono più vivi che mai!
Significa solo aver capito che più del traguardo, conta la corsa.
Più che delle cose ottenute, della lotta per ottenerle.
Più che della perfezione e di un ordine inesistente, la bellissima confusione della mia vita di ogni giorno.

Perdersi…


In questo periodo mi sento spesso ‘persa’: mi sembra di navigare a vista, senza una direzione e una meta ben precisa. Mi sembra in qualche modo di perdere tempo perchè non sto raggiungendo obiettivi e risultati a cui sento in qualche modo di dover arrivare. Come se dovessi dimostrare qualcosa a me stessa, ma soprattutto agli altri.
E non c’è nulla di più sbagliato per far germogliare quel costante senso di inadeguatezza e di colpa con cui è così difficile e faticoso convivere.
Mi rendo conto che è l’approccio che deve essere diverso, non c’è nulla di male a sentirsi ogni tanto così…persi, disorientati. Perdersi può essere un’esperienza illuminante, dipende tutto da come viene vissuta. C’è chi la prende come una perdita di controllo e come un ostacolo, un punto di arresto, c’è chi invece la vive come un’opportunità, un’occasione per tentare nuove strade, nuovi percorsi. Significa che spesso (sempre?) le cose non vanno esattamente come le avevi pianificate, immaginate o progettate. Significa smettere di preoccuparsi di sapere esattamente come andranno le cose. Significa restare aperti a tutto ciò che potrebbe succedere.

http://onenomadwoman.com/planetd/

Il claim del nostro blog lo dice bene: “per ‘ritrovarsi’ bisogna perdersi”. 
Ed io e Barbara ci siamo perse spesso nella vita, ma proprio questo ci ha dato (e ci sta dando!) la possibilità di crescere, incontrarci e, in qualche modo, ritrovarci.
Quello del ‘perdersi’ con consapevolezza diventa un viaggio di arricchimento e di scoperta.
Dovremmo sempre riuscire a viverla così.
Perdersi è una metafora di quel che spesso succede alle nostre vite quando viviamo momenti particolari e di cambiamento: non possiamo più contare su quello che conosciamo, che ci è famigliare. Siamo costretti a rimetterci in gioco, a trovare nuovi punti di riferimento, a proiettarci inevitabilmente verso il fututo.
E’ il momento di lasciarsi andare, di provare nuove esperienze ed emozioni, di lanciarci in nuove avventure. Per capire che, se anche le cose non sono andate come pianificato, sei comunque riuscito a trovare in te risorse e potenzialità che nemmeno pensavi di avere.
E’ scoprire in te una ricchezza profonda e inaspettata, che ti permette di fare cose incredibili.
E’ ascoltare per una volta quello che il tuo cuore, il tuo istinto ti dice realmente di fare, senza preoccuparti del risultato finale o del giudizio e delle aspettative degli altri. E’ seguire la bussola interna che ci guida sempre nella giusta direzione, se solo sappiamo avere la cura e l’attenzione di seguirla veramente. Ci porta sempre verso il nostro polo di attrazione, verso ciò che realmente siamo e sentiamo di voler essere, anche se a noi sembra di girare a vuoto. 
Magari ci fa compiere dei giri incredibili, ma punta sempre verso noi stessi e ciò che realmente siamo.   

Concediamoci la possibilità di perderci ogni tanto.

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