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In fuga con la creatività…

In questi mesi abbiamo parlato spesso del nostro concetto personale di fuga e abbiamo anche spesso sottolineato come la fuga più importante, prima che quella fisica vera e propria, sia quella fatta con la fantasia.
Ci sono tanti modi diversi di fuggire con la fantasia: a volte basta immergersi nella lettura di un bel libro, a volte basta guardare un film, molte volte io sento invece il bisogno di CREARE.
E quando dico creare sono tantissime le cose a cui penso: cucito, uncinetto, disegno, diy in generale. 
Non penso di essere particolarmente brava in nessuna di queste attività in particolare, però provo sempre a fare un po’ di tutto, ovviamente a modo mio. 
E la soddisfazione di vedere il risultato finale è davvero impagabile.
C’è una frase di Albert Einstein che amo molto e che uso spesso quando devo parlare di me. 
 
La frase è questa

Cioè: ” Non ho talenti speciali, sono solo appassionatamente/ardentemente curiosa”.

La uso molto spesso perchè penso che bene esprima il mio rapporto con il ‘saper fare’: poco importa se il risultato finale magari non sarà perfetto: ma il sapere di essere stata io a fare o creare qualcosa, oppure a trasformarla come me la immaginavo mi rende, semplicemente, molto felice.
E direi che non è poco davvero.
Creare è l’attività che più mi fa sentire libera: quando ‘creo’ o costruisco qualcosa lascio la mente libera di vagare, mentre le mani, a modo loro sapienti, sanno già esattamente cosa devono fare.
E’ come fosse un rito magico, come mischiare pochi ingredienti per creare una pozione. E’ più della semplice somma o mescolanza degli elementi: possiede quella scintilla e magia in più che solo ‘creando’ qualcosa si riesce a sprigionare.
Ecco, questa scintilla mi fa sentire viva.
Una volta coltivavo anche un piccolo blog in cui cercavo di dar sfogo a questa mia passione, però era diventato molto difficile riuscire seguirlo e a pubblicare con costanza, perchè non creavo più qualcosa per il semplice gusto di farlo: il fatto di dover fotografare ogni fase del progetto, aggiungere spiegazioni ecc. rendeva tutto molto più complicato e decisamente meno rilassante.
Poi è arrivata Barbara e sono nate le Mamme in Fuga e da allora ho tenuto tutti i miei esperimenti solo per me, abbandonando un po’ al suo destino il mio vecchio blog. (Se siete curiose di vedere qualcuno dei mie pasticci, vi basta cercarmi qui: www.larobi.it).
Ho incanalato le mie energie e il mio tempo libero a progettare, sognare, CREARE, il blog insieme a Barbara ed ora che cominciamo davvero a sentirci felici e soddisfatte del nostro lavoro e che vediamo che cominciano a concretizzarsi le nostre idee, abbiamo pensato insieme che forse è arrivato il tempo per rispolverare un po’ di questa mia passione e di cominciare a creare una piccola rubrica di pasticci e creazioni varie anche qui su Mamme in fuga. 
Ancora non sappiamo bene che strada prenderà, però intanto noi cominciamo a lavorarci.
Insomma creare è per me una terapia alle giornate storte, è mettere un attimo da parte lo stress e i pensieri per poi tornare ad affrontare la vita e i suoi problemi un po’ più rigenerata, un po’ più ricaricata.
Quindi, spero che vorrete condividere con noi anche questa nuova piccola avventura.
Nel frattempo vi diamo appuntamento a questo sabato (29 novembre) al Mammacheblog Creativo: sarà l’occasione per incontrarci, abbracciarci finalmente anche nel mondo reale e per ‘pasticciare’ un po’ insieme. 
Noi vi aspettiamo! 

Scrivere, parte 2

Ora che ho finalmente ricominciato a scrivere e che riesco a tirar fuori e mettere in qualche modo (solo un po’!) in ordine il caos che ho dentro, mi ritrovo ad affrontare un’altra strana situazione: 

di che cosa scrivo ora?
Avere un blog ovviamente è ben altra cosa rispetto semplicemente allo scrivere su di un diario personale: ci si mette a nudo davanti a tanti altri, per lo più perfetti sconosciuti, si ammettono debolezze e insicurezze, si confidano i propri sogni…diciamo insomma che tutto ciò che ne viene fuori non sempre corrisponde all’immagine ‘mentale’ perfetta di noi che vorremmo trasmettere al resto del mondo.
Vorremmo scrivere solo cose belle e interessanti, vorremmo parlare di argomenti bellissimi e molto appassionanti: vorremmo che tutti leggendoci potessero pensare che meravigliosa persona siamo e che vita fantastica abbiamo, piuttosto che sapere che, invece, scriviamo ma non abbiamo nessuna verità profonda da comunicare, nessuna vita scintillante da raccontare.
Subentra una specie di ansia da prestazione, correndo il rischio di cadere nel solito vecchio tranello: pensare che a stabilre il valore di ciò che siamo e ciò che facciamo siano gli altri e la loro approvazione.
Ovviamente non potremmo commettere errore più grande, per quanto riguarda il blog ma anche la vita in generale: dobbiamo imparare a scrivere e ad agire per il piacere che fare queste cose dà a noi, e solo noi,  soprattutto se per noi significano così tanto. Soprattutto se ci mettiamo davvero il nostro impegno e la nostra passione. 
Però, siamo anche onesti, non si scrive su di un blog solo per se stessi, perchè altrimenti continueremmo davvero a scrivere solo sul nostro vecchio diario o al massimo ad un’amica. 
Si scrive perchè si ha voglia, bisogno, necessità di comunicare qualcosa. Si fa per desiderio di condividere la nostra personale visione del mondo, la nostra esperienza. Per sapere che anche altri provano e sentono le stesse cose che sentiamo noi, che siamo riusciti in qualche modo a dar voce anche ai loro pensieri. 
Per sapere che siamo simili, affini, meno soli.
Alla fine poco importa se a commentare il nostro post saranno in due o in duecento, quel che ci fa sentire di aver scritto davvero qualcosa di ‘importante’ è semplicemente sapere che qualcuno ha usato un po’ del suo tempo, non solo per leggere ciò che abbiamo scritto, ma ha anche trovato in ciò che abbiamo scritto UN SENSO. 
Questo alla fine è ciò che conta, secondo me, riuscire a trovare e dare un senso a ciò che abbiamo intorno, alla nostra vita quotidiana e incasinata. Scoprire che anche per altri è così e che tutti siamo alla costante ricerca di questo senso e significato.
Ecco, il bello di farlo qui è cercare (o almeno provarci!) a farlo insieme, e soprattutto a farlo in compagnia.
E poco importa se le storie che raccontiamo sono storie semplici di donne con vite normali.
E’ proprio in questo che risiede la loro bellezza e il loro immenso potere. 
Siamo persone normali ed è proprio la normalità che ci rende uniche e speciali.
La nostra storia sarà piccola e semplice, ma proprio per questo merita di essere raccontata.

” Con tutta la forza della punta di una penna ho inciso sul foglio un minuscolo segno scuro, e così la mia storia, che a un certo punto finirà, da un punto ha anche inizio. Sarà una storia fatta di poco, pochissimo, nulla: di aria. C’è chi osservando un filo d’erba ha disegnato piante e stagioni. Che cosa si potrà fare con un filo d’aria? “

 (Il poeta dell’aria, Chicca Gagliardo)

 

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