Categoria: ROBERTA (Pagina 28 di 38)

Don’t worry, be sad!

Sono due o tre giorni che rimando la scrittura di questo post.
Sono due o tre giorni che sono un po’ triste e col morale un po’ basso e faccio fatica ad impegnarmi a scrivere qualcosa che vorrei fosse positivo, incoraggiante e piacevole per chi lo leggerà.
Però, insomma, la vita è fatta così e a volte, semplicemente, ci si sente tristi per nessuno e mille motivi nello stesso momento e c’è davvero poco da fare.
Non riesco a fingere, chi mi conosce lo sa. E, se c’è qualcosa che non va, me lo si legge chiaro in faccia. Per quanto possa sforzarmi di sorridere (o almeno provarci!).
E allora ho deciso che va bene anche sentirsi così ogni tanto, che ne ho diritto e che non mi devo per forza giustificare o sentire in colpa per questo.
La tristezza non è solo un sentimento negativo. Non per forza è generata da problemi gravi  e insuperabili. Semplicemente certe volte arriva e più che sforzarsi di combatterla e nasconderla a tutti gli altri (che è davvero una grande e inutile fatica!), è più corretto ascoltarla, “viverla”: magari cercando di capire se un motivo o una ragione a questa sensazione c’è.
E non vuol dire crogiolarsi nella disperazione e lasciarsi sopraffare da sentimenti negativi, significa semplicemente permettere a noi stessi di “sentire” veramente ciò che proviamo.
E’ nostro sacrosanto diritto essere un po’ musoni ogni tanto, senza per questo dover temere di scontentare nessuno.
E’ nostro sacrosanto diritto avere voglia di un po’ di tempo per noi, di non avere nessuno intorno, di non dover raccontare nulla di ciò che stiamo provando.
In una società che ci impone quasi sempre di essere al meglio di noi stessi, senza mai poter avere un attimo di dubbio o debolezza, perchè ogni attimo della nostra vita è documentato, che ci pone costantemente davanti al confronto con immagini di persone felice e sorridenti…sembra quasi che sentirsi tristi ogni tanto debba essere considerata una cosa di cui vergognarsi.
E non c’è nulla di più sbagliato! Così rischiamo solo di soffocare questi sentimenti, che invece hanno tutto il diritto di essere ascoltati e compresi, non rinnegati o addirittura ignorati.
Anzi, a volte, ‘accettare’ la nostra tristezza per un breve periodo può essere una cosa buona, perchè aiuta a fare un po’ di chiarezza, a ripensare meglio a ciò che ci fa stare così, a prenderci una pausa e a rallentare un attimo. E’ poter dire: “Voi andate pure, io vi aspetto qui”. Smetto un attimo di correre e affannarmi e recupero fiato ed energie.
A volte serve per mettere a fuoco il vero centro dei problemi. 
‘Accettare’ la nostra tristezza alla fine assomiglia molto ad una delle ‘fughe’ di cui tanto spesso parliamo in questo blog: arrendersi un po’ alle correnti avverse, lasciarsi trasportare, senza opporre troppa resistenza. A volte la meta finale e inaspettata è ancora meglio di quella originale.
A volte serve essere un po’ tristi per capire quanto è bello essere davvero felici.
Dopo tutto, oggi sono triste e ‘voglio’ sentirmi triste, ma domani (come nel finale di ‘Via col vento’) ‘è un altro giorno’ e sono certa che, in ogni caso, lo affronterò con il sorriso.

 (P.s. Il ‘modello’ della foto è Byron, il bellissimo Frenchie di Barbara: nonostante la sua espressione un po’ triste, vi assicuriamo che è un cane felice e tanto amato! E’ solo molto bravo ad interpretare la parte!)

La fuga perfetta (finalmente!)

Pochi giorni fa mi sono concessa una fuga.
Ho lasciato a casa famiglia e rimandato vari impegni del fine settimana e mi sono presa una giornata tutta per me. Era da un po’ che volevamo organizzare questo incontro, ma per mille motivi ogni volta abbiamo dovuto rimandare. Ho tenuto le dita incrociate fino all’ultimo momento, temendo che anche questa volta la vita e i suoi cambi di piani improvvisi avessero la meglio, e invece no!
Questa volta abbiamo vinto noi!
Ho caricato un’amica (Elena) in macchina ed, insieme, siamo partite all’avventura per andare ad abbracciare un’altra amica speciale: Barbara!
E, per una volta, stranamente rispetto a ciò che succede di solito quando noi due ci incontriamo,  non ci siamo perse, non abbiamo sbagliato strada, non abbiamo avuto problemi o contrattempi di nessun tipo.
E’ stata una giornata, come Mary Poppins, “praticamente perfetta sotto ogni punto di vista”.
Complice una giornata invernale travestita da primavera, con un sole caldo (abbiamo pranzato all’aperto!), complice la nostra voglia di leggerezza e divertimento, complice il fatto di esserci incontrate in un posto bello in cui davvero vale la pena ‘perdersi’, abbiamo trascorso il tempo chiaccherando, camminando e ancora camminando senza una meta ben precisa.
Senza orari da rispettare, senza nessun impegno da rincorrere, o evento a cui partecipare.
Senza aspettative e senza nessuna forma di ansia.
Semplicemente tre amiche che avevano voglia (e forse anche bisogno!) di una giornata così, all’insegna della leggerezza. 
Abbiamo riso come pazze cercando di farci una foto decente tutte insieme (e per la cronaca: no, non ci siamo riuscite!), incuranti di cosa avrebbe potuto pensare chi ci vedeva, abbiamo provato buffi cappelli e continuato a ridere. Abbiamo davvero riso tanto.
E’ stato bello e terapeutico, direi necessario.
Siamo tornate a casa non stanche, ma rigenerate e ricaricate.
Nonostante non avessimo fatto altro che parlare per tutto il giorno (di idee, progetti, sogni, pettegolezzi!), non abbiamo smesso un secondo di parlare nemmeno sulla strada del ritorno. 
E’ stato davvero uno di quei giorni che non si vorrebbe finissero mai.
Sono tornata a casa felice, contenta, ansiosa di condividere la mia giornata con la mia famiglia. Li ho sommersi di chiacchere e foto, ma molto spesso mi sono resa conto che non capivano fino in fondo il motivo della gioia e della mia euforia. Anzi, mi guardavano vagamente proccupati per questi attacchi di risatine che mi prendevano raccontando certe cose. Forse mi vedevano un po’ ‘strana’.
Non sanno che questo è semplicemnte l’effetto che passare una giornata con delle persone speciali ti può regalare, anche se, in fin dei conti, non hai fatto nulla di particolare.
E’ quello che noi chiamiamo #effettomammeinfuga: è un modo diverso di vivere anche solo questi piccoli momenti di evasione, di goderseli e apprezzarli fino in fondo. E’ essere felici nelle piccole cose quotidiane per trovare la carica e l’entusiasmo per affrontare tutto il resto del mondo che ci aspetta là fuori.
E’ stata davvero la fuga perfetta.

Chiedetemi se sono felice.

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