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Fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo

Ne parlavo giorni fa con un’amica: fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo.
Ma è anche il più bello, lo dicono tutti.
Ovviamente è vero anche questo.
Però, esistono certe giornate in cui ci sembra tutto più difficile, in cui non ci sentiamo all’altezza, in cui non ci sembra di essere brave abbastanza.
Capita. 
Sono quelle giornate in cui la casa è un disastro, in cui ci dimentichiamo gli appuntamenti dal dentista, in cui litighiamo con la collega al lavoro, in cui corriamo da una parte all’altra senza aver nemmeno il tempo per pettinarci.
Sono le giornate faticose, quelle in cui niente gira per il verso giusto e in cui ci sembra che ogni scelta che facciamo sia sbagliata, che avremmo potuto fare la stessa cosa in mille altri modi più giusti e corretti.
Capita, dicevamo.
Ma non dobbiamo lasciare che siano queste le giornate che definiscono il nostro essere mamme.
Non dobbiamo lasciare che sia la paura di sbagliare a guidare le nostre scelte.
Non dobbiamo pensare che il nostro valore in quanto mamme e donne si misuri dall’ordine del nostro soggiorno o da questo genere di cose.
Il nostro valore è quello di essere presenti. E non strettamente in termini di tempo, ma nel far ‘sentire’ la nostra presenza e di provarci sempre e comunque. 
Per quanto a volte ci sembri che non sia abbastanza, per quanto a volte ci venga davvero voglia di ‘fuggire’.
Noi ci siamo.
Noi ci proviamo, ci impegnamo ad essere le mamme migliori che possiamo essere.
Anche se a volte inventiamo scuse pur di non rileggere per l’ennesima volta la stessa storia alla sera e se, piuttosto che aspettare due ore in piscina, preferiremmo essere ad un aperitivo con le amiche.
Con tutte le nostre imperfezioni, con tutte le nostre debolezze.
Noi ci siamo.
E i nostri figli lo sanno e ci amano per questo. E ci amano lo stesso se un giorno ci dimentichiamo di dar loro la merenda a scuola o di comprare un nuovo quaderno per matematica. Ci amano proprio perchè ci siamo e con la nostra presenza, magari imperfetta, dimostriamo ogni giorno con l’esempio che se ci metti tutto impegno, se credi in ciò che fai (o almeno ci provi!), puoi davvero fare la differenza.
Perchè un giorno, guardandoci indietro, non ci importerà davvero più nulla della confusione della nostra casa o della pila di panni da stirare, ci ricorderemo solo i sorrisi dei nostri figli e di quando ci stringevano la mano e si affidavano a noi per attraversare la strada.
Sono queste le cose che ci ricorderemo (e che ci mancheranno!). Sono queste le cose che loro ricorderanno di noi.
Sono queste lo cose a cui dobbiamo pensare nei momenti in cui ci sentiamo un po’ troppo stanche, un po’ troppo nervose, un po’ troppo di cattivo umore.
Dobbiamo pensare che stiamo facendo del nostro meglio.
E che questo è tutto ciò che conta.
Chi l’ha detto poi che le cose perfette siano quelle migliori?

http://www.flowmagazine.com/quotes-that-inspire-us/imperfect.html
Illustrazione di Marloes de Vries per il calendario Flow Magazine 2015.

La vita è una pizza

Se dovessi dirvi: “La vita è una pizza”, voi che cosa pensereste?
Pensereste che mi sto lamentando, che vi sto dicendo che la vita è noiosa e così via.
E invece no, nel nuovo libro di Stefano D’Andrea ‘La vita è una pizza’ (Ed. Corbaccio) questa frase ha tutto un altro significato, diventa una metafora profonda e buffa sulle età della vità (essere bambini, adulti e poi anziani) piena di una leggera e sottile ironia che fa riflettere. 
Tutto il libro è così in realtà: sono piccoli racconti, aneddoti e pensieri che, sotto una apparente leggerezza ed ironia, lasciano invece spazio ad una visione profonda e ad un’analisi attenta di questo ‘mondo bambino’.

Anche le illustrazioni di Elena Galloni sono stupende!
E’ un po’ come se l’autore si avvicinasse al mondo dei bambini come uno scienziato che studia ed osserva un qualche meraviglioso fenomeno naturale: non lo capisce fino in fondo, lo guarda un po’ con diffidenza, cercando però di provare a ricordarsi come si sentiva quando anche lui era un bambino.
“Sono stato bambino troppo a lungo per non sapere esattamente cosa mi sarebbe servito per essere un bambino felice. E anche voi, solo che non ve lo ricordate.”
E’ vero, non ce lo ricordiamo più. Cosa ci faceva felice da bambini?
Da piccoli erano le cose semplici a renderci felici: giocare con un amico in cortile, scambiare la figurina che mancava al nostro album, andare sull’altalena e mangiarci un gelato al cioccolato.
Ed ora invece, cosa ci rende felici?
Perchè essere felici è diventato così stupidamente complicato? Perchè non siamo più capaci di metterci a ballare e saltellare per la stanza quando scopriamo che per cena c’è il nostro cibo preferito? O che per radio trasmettono la nostra canzone del cuore?
Certo, magari ci fanno sorridere, siamo ‘leggermente’ più contenti.
Ma ormai, lo diciamo sempre, noi ‘siamo troppo grandi per fare certe cose’.
Momento della presentazione alla libreria Perego di Barzanò.
E forse il nostro errore è proprio questo, non riuscire a ‘credere’ davvero alle cose che facciamo, anche alla più piccola azione o gesto che compiamo. Abbiamo bisogno di ‘prove’ grandi ed evidenti del nostro valore e del valore che hanno le cose per poter dar loro importanza.
Se un giorno dovessimo essere felici (ma felici-felici, da sorrisino perenne stampato sulla faccia!) solo perchè, ad esempio, abbiamo visto la prima margherita sbocciata in un prato, l’abbiamo raccolta e messa in un bicchiere in mezzo alla tavola? Sarebbe davvero tanto ‘inappropriato’ per noi, per la nostra età?
“Ogni cosa che facciamo ha senso solo fino a quando ci crediamo.”
“Qualcuno dice che quando smetti di credere a qualcosa, stai vedendo la realtà in maniera molto più lucida. E forse è vero. E’ la forza dei bambini”.
“Crederci è tutto, anche se non ci credi veramente”.
Insomma, dobbiamo davvero imparare di nuovo a guardare le cose con gli occhi di un bambino che sa davvero essere felice per ciò che lo rende felice.

Perchè ci crede.
E questo gli basta.

P.s. Un mio personale consiglio sui racconti che mi hanno colpito di più:
– ‘Immaginate una camera vuota’: Questa la dedico e consiglio a tutti le mamme o i papà, soprattutto quelli che hanno figli adolescenti.
– ‘Paura del buio’: dedicata a tutte le nostre paure, a quelle che ci accompagnano per tutta la vita.
– ‘Il vostro sguardo’: dedicata a chi ha perso una persona cara sempre troppo presto.

Buona lettura!

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