Categoria: LIBRI (Pagina 2 di 5)

Mille sfumature di…rosa

Ci sono romanzi che non trovi in cima alle classifiche dei libri più venduti, ma che riescono ad arrivare dritto al cuore. Alcuni libri non hanno copertine d’effetto, studi di marketing, eserciti di professionisti che si adoperano per il lancio e la diffusione, ma se decidi di perderti in pagine arrivate a te per strani casi del destino ne resti affascinato.

Mi è capitato di recente con “Il senso di colpa” di Antonella Levato.

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Il romanzo racconta quattro generazioni di donne a partire dagli anni Trenta del ‘900 fino ad arrivare a noi, raccontandone le vite non facili, gli errori, i tentavi di rinascita, le passioni, gli amori, il sentimento materno con una crudezza semplice, ma efficace. Quattro generazioni di Mamme in fuga, in fondo.

Il racconto parte da un paese sperduto della Calabria per arrivare fino a Milano e le descrizioni dei luoghi sono fatte in un modo assolutamente perfetto. La scelta azzeccata delle parole e la composizione delle frasi riesce, nonostante la brevità del romanzo, a trasportare il lettore nei luoghi delle vicende e a rendere i personaggi quasi reali.

Ho conosciuto Antonella quest’anno alla Color Run di Milano e sono rimasta colpita dalla sua simpatia e dalla sua voglia di mettersi in gioco, ma non ho sospettato minimamente che dietro a tanta spensieratezza si nascondesse una donna così intensa e così capace di raccontare emozioni forti, a tratti molto tristi. L’autrice di questo romanzo è una vera forza della natura dalle mille sfumature…di rosa (lo so che odi il rosa Antonella, perdonami).

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Le mamme ‘aspettano’ sempre…

Ho comprato il libro di Enrica Tesio (blogger geniale, ironica e irriverente di Tiasmo) qualche mese fa, appena pubblicato. Avevo una gran voglia di leggerlo, ero molto curiosa, ma poi, per strani giochi del destino, è rimasto intonso sul mio comodino fino a pochi giorni fa.
Volevo che fosse il momento giusto.
E ora, anche se ancora non sono in vacanza, i ritmi sono però finalmente rallentati, gli impegni diradati e così sono riuscita a dedicarmi alla sua lettura proprio come avrei voluto. 
Seguo Enrica e il suo blog da diverso tempo, amo molto questo suo stile fresco, totalmente originale ma che sa davvero regalarti e offrirti grandi slanci di sincerità e farti riflettere, pensare. 
In un misto costante tra commozione e ilarità. 
Avevo letto già diverse recensioni sul libro (una di quelle che mi era piaciuta di più è quella de ‘L’inventore di mostri’ della dolcissima Valeria) e mi ero già fatta un’idea del libro e di quello che immaginavo di ritrovarci scritto dentro.
Ma, se è vero che i libri sono in qualche modo ‘scritti’ anche dal lettore, che ci proietta dentro qualcosa di sè e della proprio vita, devo dire che questo libro mi ha totalmente spiazzato: mi è sembrato scritto apposta per me.
Da cosa si misura quanto hai amato e ti è piaciuto un libro? Dalla quantità di frasi sottolineate qua e là? Dal numero di pieghe fatte agli angoli delle pagine per ritrovare quel pezzo che ti ha tanto colpito? Da quante volte leggendolo ti ritrovi a pensare a quanto sia vero anche per te quello che c’è scritto?
Ho letto il libro praticamente tutto di un fiato (sono un’avida lettrice!), però ho continuato a portarlo con me anche per i giorni a seguire, nella borsa.
Ogni tanto, quando avevo un attimo di attesa e di tranquillità, mi piaceva riaprirlo e rileggere le cose che mi avevano così colpito e toccato, in una specie di gesto confortante e rassicurante.

E’ un libro che parla dell’amore, è vero. 
Ma di un amore in senso, oserei dire, universale: è l’amore per un compagno, l’amore per un’amica, per la propria famiglia di origine, per i propri figli. L’amore per se stessa.
E’ un’analisi ironica e spietata di tutte noi (donne, mamme, bambine, mogli, figlie), di tutta questa meravigliosa complessità che ci portiamo dentro, in un gioco che si chiama vita e che assomiglia alle Matrioske russe. Dentro di noi abbiamo tutte le donne che siamo state, fin dalla nostra nascita, e le portiamo sempre con noi. Alcune le amiamo, altre le detestiamo. Ma per vivere serene e star bene dobbiamo imparare ad accettarle. Tutte, incondizionatamente. Fare pace con loro e con noi stesse.
Come scrive Enrica: “abbracciandole tutte”.
Ma le parti che mi hanno maggiormente colpito (e affondato!) sono quelle che parlano della maternità. Sarà perchè per me è un periodo davvero strano: i miei figli crescono (sono già cresciuti!) e sto imparando a fare i conti con questa nuova dimensione dell’essere madre. 
E non è facile per niente.
I racconti che fa dei due bimbi nel romanzo sono meravigliosi: con quello sguardo incantato e ammirato e innocente, di chi scopre il mondo per la prima volta. 
Ed è vero, con un bimbo piccolo accanto il mondo è nuovo anche per te. Lo guardi attraverso i suoi occhi e quello che ti sembrava ovvio e scontato ad un tratto non lo è più.
Mi manca questa dimensione, questa capacità di emozionarsi e stupirsi davanti a piccole cose che crescendo perdiamo, noi insieme ai nostri figli. 
Nel libro rende benissimo queste sensazioni quando dice che la “maternità è attesa”, è ‘aspettare’: anche se esattamente cosa non si sa.
Una mamma ‘aspetta’ i suoi figli per tutta la sua vita.
Una mamma sono io, che ‘aspetto’ ogni giorno i miei figli. Che vorrei restassero come sono, ma che allo stesso tempo vorrei vedere grandi e già indipendenti. Che vorrei cercassero sempre un mio consiglio, ma a che a volte sono stufa di sentire chiamare ‘mamma’ per ogni singola cosa.  Che vorrei abbracciare e coccolare all’infinito, ma che a volte devo urlare per farmi ascoltare e che sogno di scappare sola su di un’isola deserta.
Una mamma sono io e lo siamo tutte, in modo diverso e allo stesso identico modo.
 

  

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