Da qualche giorno non riesco a mettere insieme due parole di senso compiuto, figuriamoci a scrivere qualcosa di intelligente.
Succede che all’improvviso mi sento un naufrago sulla sua barca ammaccata dopo una tempesta e sto cercando di valutare i danni, psichici ed economici.
Ho scritto una lista di cose che sono in attesa di essere fatte da un anno. Mi sono spaventata e, dopo aver fatto amicizia con la ruga e il capello bianco che questa lista mi ha regalato, ho iniziato a farle a caso senza logica. Ora devo solo aggiungere la logica e il gioco dovrebbe essere fatto.
Non una semplice piantina, ma un’insidiosa voglia di normalità dopo un anno di gestione straordinaria che fa capolino dal balcone di questa casa provvisoria. La voce “casa” è la prima della lista, per la cronaca.
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