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In fuga armata di…leccapentole

Sono nei guai…ho bisogno di Voi!

Sono stata invitata a partecipare al concorso “Pasticcere con BRITA: sforna il tuo dolce e vinci un Master con Iginio Massari!“. Chi mi conosce sa che per me questa è pura follia, ma io voglio provarci e ho accettato la sfida.

Non sono un’esperta di arte culinaria, spesso cucino perché devo e raramente mi cimento nella preparazione di dolci.

Con queste premesse e un pizzico di incoscienza mi sono presentata, un paio di settimane fa, alla Cast Alimenti la Scuola di Cucina a Brescia per prendere parte ad una lezione tenuta da un grande esperto di pasticceria, il Maestro Iginio Massari e sponsorizzata da Brita.

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Grazie alla sua simpatia l’imbarazzo ha lasciato presto il posto alla curiosità e alla voglia di mettermi in gioco e in coppia con la bravissima Benedetta di Ciao Dolce (che ringrazio ancora per la pazienza) mi sono messa alla prova con la ricetta dei bignè al cioccolato, dopo aver seguito un’istruttiva lezione di teoria.

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Quella del cuoco è un’arte difficilissima e le conoscenze da mettere in campo sono davvero tante. “Non si può cucinare a spanne” ha detto il Maestro distruggendo in un secondo il mio modo di lavorare fra i fornelli e tutte le mie convinzioni, ma i suoi dolci spiegano, all’assaggio, il perché.

Una fuga insolita, in un momento in cui ne avevo proprio bisogno, fatta fra pentole, leccapentole, sac a poche, uova, latte e…food blogger di tutto rispetto.

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Massari ha ribadito l’importanza di puntare sulla qualità delle materie prime. Non si parla solo della qualità di ingredienti come cacao, frutta, nocciole (per citarne alcuni), ma anche il tipo di acqua usata per la preparazione di dolci può fare la differenza.

Ecco spiegata la presenza di Brita nella cucina della scuola! Le caraffe filtranti sono infatti un ottimo alleato nella preparazione del cibo permettendo agli aromi naturali degli ingredienti di valorizzarsi al massimo, riducendo cloro, durezza dell’acqua (calcare) e alcuni metalli, come rame e piombo, che possono riversarsi nell’acqua del rubinetto dagli impianti idraulici domestici.

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E ora eccomi qui, al momento gli unici ingredienti che ho sono: l’acqua filtrata, le due pesche che son servite per fare questa foto e il pacco per spedire il mio dolce alla giuria.

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Chiedo l’aiuto da casa…

Consigli? Idee? Suggerimenti?

Ricordate…a prova di cuoca “a spanne”!

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Quattro passi per Milano

Sono nata a Milano e ci ho vissuto fino all’inizio delle scuole superiori.

Ci sono tornata per studio, per lavoro, per amore e per divertimento (ogni scusa era buona) e ci ho vissuto ancora un po’.

Spesso ci torno e, ogni volta, mi sorprendo a chiedermi a come sarebbe ora la mia vita se a Milano fossi rimasta. Chi sarei adesso se ai numerosi bivi esistenziali avessi scelto l’altra alternativa?
Cosa farei ora se, ad esempio, avessi accettato quel lavoro in pieno centro comodo con i mezzi e in linea con le mie aspirazioni?

Mi hanno detto che non ci devo più pensare, che devo lasciar andare.

Quando vado a Milano spesso mi incontro con Roberta e con lei mi ritrovo sempre a camminare per km e km guardandoci in giro e scattando foto come fossimo turiste. Più che altro foto sceme e, per i più, prive di senso.

Fotografo il Duomo ogni volta, ogni volta da un’angolazione diversa. Come se avere una foto in più del Duomo in archivio accorciasse le distanze e curasse le ferite ancora aperte.

Roberta mi distrae dai pensieri negativi e riporta la concentrazione sul presente.

All’improvviso vede un negozio che “Qui voglio entrare, eh!”, stanca dei miei qui no e qui nemmeno, detti senza pensarci (ma lei mi prende sempre sul serio).

Entriamo. Vabbé in fondo ci sono i saldi, vuoi mai che trovo qualcosa. Guardo ma non vedo. Roberta tocca tutto, è eccitata come una bambina al luna park.

La mia attenzione si risveglia solo di fronte ad un cartello…ma questi cosa scontano???

Sorrido, sorridiamo, ricominciamo a camminare sempre dritto fino in Porta Ticinese.
Alzo lo sguardo e penso che la frase della foto qualcuno l’abbia scritta per me. O forse siamo tutti nella stessa barca. Sono stata fine…ho scritto barca.

Incontriamo lumache giganti lungo il percorso a ricordarci che il nostro passo è lento e il tempo scorre: è ora di pranzo.

Quale posto migliore per un pranzetto fra Amiche se non il Naviglio?

Combattiamo il caldo con una buonissima birra ghiacciata…

…e chiudiamo il pranzo leggero con una soffice torta di mele (sembrava fatta veramente dalla nonna e ho anche pensato di cercarla in cucina per chiederle la ricetta) e uno strepitoso muffin al cioccolato e zenzero. Come da nostra tradizione dividiamo il dolce bottino a metà e assaggiamo entrambi.

Ci rimettiamo a camminare sognando di smaltire quanto appena mangiato. In tutto abbiamo fatto 10 km, misurati da Roberta con la app.

Lei ha una app per tutto. Tutto! Non scherzo.

Io invece le app non le uso, non ho confidenza.

Lei è moderna, io no e questa foto la dice lunga…io sono vintage.

 

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