Mese: Marzo 2015 (Pagina 4 di 5)

La vita è una pizza

Se dovessi dirvi: “La vita è una pizza”, voi che cosa pensereste?
Pensereste che mi sto lamentando, che vi sto dicendo che la vita è noiosa e così via.
E invece no, nel nuovo libro di Stefano D’Andrea ‘La vita è una pizza’ (Ed. Corbaccio) questa frase ha tutto un altro significato, diventa una metafora profonda e buffa sulle età della vità (essere bambini, adulti e poi anziani) piena di una leggera e sottile ironia che fa riflettere. 
Tutto il libro è così in realtà: sono piccoli racconti, aneddoti e pensieri che, sotto una apparente leggerezza ed ironia, lasciano invece spazio ad una visione profonda e ad un’analisi attenta di questo ‘mondo bambino’.

Anche le illustrazioni di Elena Galloni sono stupende!
E’ un po’ come se l’autore si avvicinasse al mondo dei bambini come uno scienziato che studia ed osserva un qualche meraviglioso fenomeno naturale: non lo capisce fino in fondo, lo guarda un po’ con diffidenza, cercando però di provare a ricordarsi come si sentiva quando anche lui era un bambino.
“Sono stato bambino troppo a lungo per non sapere esattamente cosa mi sarebbe servito per essere un bambino felice. E anche voi, solo che non ve lo ricordate.”
E’ vero, non ce lo ricordiamo più. Cosa ci faceva felice da bambini?
Da piccoli erano le cose semplici a renderci felici: giocare con un amico in cortile, scambiare la figurina che mancava al nostro album, andare sull’altalena e mangiarci un gelato al cioccolato.
Ed ora invece, cosa ci rende felici?
Perchè essere felici è diventato così stupidamente complicato? Perchè non siamo più capaci di metterci a ballare e saltellare per la stanza quando scopriamo che per cena c’è il nostro cibo preferito? O che per radio trasmettono la nostra canzone del cuore?
Certo, magari ci fanno sorridere, siamo ‘leggermente’ più contenti.
Ma ormai, lo diciamo sempre, noi ‘siamo troppo grandi per fare certe cose’.
Momento della presentazione alla libreria Perego di Barzanò.
E forse il nostro errore è proprio questo, non riuscire a ‘credere’ davvero alle cose che facciamo, anche alla più piccola azione o gesto che compiamo. Abbiamo bisogno di ‘prove’ grandi ed evidenti del nostro valore e del valore che hanno le cose per poter dar loro importanza.
Se un giorno dovessimo essere felici (ma felici-felici, da sorrisino perenne stampato sulla faccia!) solo perchè, ad esempio, abbiamo visto la prima margherita sbocciata in un prato, l’abbiamo raccolta e messa in un bicchiere in mezzo alla tavola? Sarebbe davvero tanto ‘inappropriato’ per noi, per la nostra età?
“Ogni cosa che facciamo ha senso solo fino a quando ci crediamo.”
“Qualcuno dice che quando smetti di credere a qualcosa, stai vedendo la realtà in maniera molto più lucida. E forse è vero. E’ la forza dei bambini”.
“Crederci è tutto, anche se non ci credi veramente”.
Insomma, dobbiamo davvero imparare di nuovo a guardare le cose con gli occhi di un bambino che sa davvero essere felice per ciò che lo rende felice.

Perchè ci crede.
E questo gli basta.

P.s. Un mio personale consiglio sui racconti che mi hanno colpito di più:
– ‘Immaginate una camera vuota’: Questa la dedico e consiglio a tutti le mamme o i papà, soprattutto quelli che hanno figli adolescenti.
– ‘Paura del buio’: dedicata a tutte le nostre paure, a quelle che ci accompagnano per tutta la vita.
– ‘Il vostro sguardo’: dedicata a chi ha perso una persona cara sempre troppo presto.

Buona lettura!

Un piccolo seme

 

Qualche settimana fa su Instagram ho visto questa foto:

https://instagram.com/p/zdmEE2nZap/?modal=true
Joy Prouty su Instagram

 Questa è la traduzione di quello che c’era scritto sotto:

“La defizione di un seme è ‘un ovulo fertile di una pianta che contiene un embrione, ed è in grado di produrre un nuovo impianto, qualcosa da cui ha origine la crescita’. Fermiamoci a pensare per un momento: questi piccoli semi sono un vero miracolo! Nuovi amici sono venuti a trovarci ieri sera e ci hanno portato tantissimi semi da condividere con noi. Semi che loro hanno avuto la fortuna di avere e che hanno deciso di donare, e che noi continueremo a donare a nostra volta.  Con grande gratitudine apprezziamo ed apprezzeremo il loro dono consapevole, seminando i loro semi nel nostro giardino, gridando di gioia quando vedremo i primi germogli spuntare dal terreno. Li vedremo crescere alti come i nostri figli e li raccoglieremo come una famiglia e mangeremo e nutriremo il nostro corpo e condivideremo nuovamente con gli amici la gioia di una cena, parlando e gustando il frutto che è nato solo dalla condivisione di un ‘inizio’.  Semi, non riesco ad immaginare dono più grande

Proprio come un piccolo seme, queste parole hanno cominciato a crescere dentro me e così, dopo qualche giorno, sono dovuta tornare a cercarle per rileggerle. E’ incredibile quanto una piccola foto, e le riflessioni che l’accompagnavano, mi abbiano così profondamente colpito.
Seguo da qualche anno Joy Prouty su IG e sul suo sito (http://wildflowersphotos.com): lei è una fotografa americana con una grande famiglia che vive in una fattoria nel Montana. Una vera fattoria con caprette e pecorelle, di cui lei e il marito si prendono cura. Fa studiare a casa i propri figli, produce gran parte del suo cibo in maniera autonoma, alleva animali. Tiene workshop di fotografia in giro per l’America e spesso anche nella sua fattoria. Lavora ad uncinetto e crea bellissime coperte di quilt. Insomma, una di quelle storie che a volte sembrano ‘troppo’ di ogni cosa per essere vere e reali.

E invece la sua lo è. E le sue scelte sono spesso difficili e tormentate e lei ne parla e ‘condivide’ con chi la segue i suoi pensieri, le sue perplessità. I dubbi sulle decisioni che prende per sè e per i proprio figli. Come tutte noi mamme, donne, si sente sempre in obbligo di fare il massimo per la propria famiglia, anche se questo ‘massimo’ non sembra mai abbastanza.

Eppure ho proprio pensato che questa storia dei semi è davvero incredibile.
La metafora perfetta della vita, della nostra vita da mamme.
E come mamma forse è uno dei messaggi più importanti che possiamo (e dobbiamo) trasmettere ai nostri figli e a chi ci sta intorno.

Prenderci cura e custodire qualcosa, un seme, che ‘in potenza’ è già una pianta forte e rigogliosa.
Dobbiamo insegnare a capire quanto è grande il loro valore. E che noi dobbiamo fare il nostro meglio per ‘farlo crescere’ e germogliare, come è nella sua natura. Ma che non possiamo proteggerlo da tutto ciò che lo circonda, perchè anche se annaffieremo il nostro seme con cura e lo metteremo nella posizione migliore per favorire la sua crescita, potrà sempre capitare un inverno freddo che geli il terreno, o un’estate torrida senza pioggia che lo renda arido e inadatto.
Noi dovremo assicurarci di aver fatto tutto il nostro possibile, ma poi il seme crescerà da solo.
Deve solo essere messo nelle ‘condizioni migliori’ per fare in modo che possa esprimere e far produrre frutti a tutto ciò che è già dentro di sè.

Non è forse questo il compito di ogni mamma, di ogni famiglia, nei confronti dei proprio figli?

Non è forse la lezione più bella che possiamo insegnare a loro? Credere in loro stessi, nelle loro capacità, nei loro sogni. Perchè loro sono già tutto ciò che sognano di essere. Possono già realizzare grandi cose. A noi spetta credere nel loro potenziale, a loro (e loro soli) il compito di farlo crescere.

Prendersi cura anche di un piccolo, e apparentemente insignificante, seme perchè sappiamo ‘cosa’ è in grado di fare. Dobbiamo farlo noi con loro, e loro con la loro vita.

Spero davvero di riuscire a trasmettere questo ai miei figli e se ogni tanto me ne dovessi dimenticare, oggi ho preso un piccolo seme e lo pianterò in un vasetto. Un po’ come quegli esperimenti che ti fanno fare da bambini con i semi di lenticchia e un po’ di ovatta.

Per guardarlo crescere e germogliare e per ricordarmi di quanto valore ha.

« Articoli meno recenti Articoli più recenti »

© 2024

Tema di Anders NorenSu ↑

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi