Mese: Marzo 2015 (Pagina 3 di 5)

Fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo

Ne parlavo giorni fa con un’amica: fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo.
Ma è anche il più bello, lo dicono tutti.
Ovviamente è vero anche questo.
Però, esistono certe giornate in cui ci sembra tutto più difficile, in cui non ci sentiamo all’altezza, in cui non ci sembra di essere brave abbastanza.
Capita. 
Sono quelle giornate in cui la casa è un disastro, in cui ci dimentichiamo gli appuntamenti dal dentista, in cui litighiamo con la collega al lavoro, in cui corriamo da una parte all’altra senza aver nemmeno il tempo per pettinarci.
Sono le giornate faticose, quelle in cui niente gira per il verso giusto e in cui ci sembra che ogni scelta che facciamo sia sbagliata, che avremmo potuto fare la stessa cosa in mille altri modi più giusti e corretti.
Capita, dicevamo.
Ma non dobbiamo lasciare che siano queste le giornate che definiscono il nostro essere mamme.
Non dobbiamo lasciare che sia la paura di sbagliare a guidare le nostre scelte.
Non dobbiamo pensare che il nostro valore in quanto mamme e donne si misuri dall’ordine del nostro soggiorno o da questo genere di cose.
Il nostro valore è quello di essere presenti. E non strettamente in termini di tempo, ma nel far ‘sentire’ la nostra presenza e di provarci sempre e comunque. 
Per quanto a volte ci sembri che non sia abbastanza, per quanto a volte ci venga davvero voglia di ‘fuggire’.
Noi ci siamo.
Noi ci proviamo, ci impegnamo ad essere le mamme migliori che possiamo essere.
Anche se a volte inventiamo scuse pur di non rileggere per l’ennesima volta la stessa storia alla sera e se, piuttosto che aspettare due ore in piscina, preferiremmo essere ad un aperitivo con le amiche.
Con tutte le nostre imperfezioni, con tutte le nostre debolezze.
Noi ci siamo.
E i nostri figli lo sanno e ci amano per questo. E ci amano lo stesso se un giorno ci dimentichiamo di dar loro la merenda a scuola o di comprare un nuovo quaderno per matematica. Ci amano proprio perchè ci siamo e con la nostra presenza, magari imperfetta, dimostriamo ogni giorno con l’esempio che se ci metti tutto impegno, se credi in ciò che fai (o almeno ci provi!), puoi davvero fare la differenza.
Perchè un giorno, guardandoci indietro, non ci importerà davvero più nulla della confusione della nostra casa o della pila di panni da stirare, ci ricorderemo solo i sorrisi dei nostri figli e di quando ci stringevano la mano e si affidavano a noi per attraversare la strada.
Sono queste le cose che ci ricorderemo (e che ci mancheranno!). Sono queste le cose che loro ricorderanno di noi.
Sono queste lo cose a cui dobbiamo pensare nei momenti in cui ci sentiamo un po’ troppo stanche, un po’ troppo nervose, un po’ troppo di cattivo umore.
Dobbiamo pensare che stiamo facendo del nostro meglio.
E che questo è tutto ciò che conta.
Chi l’ha detto poi che le cose perfette siano quelle migliori?

http://www.flowmagazine.com/quotes-that-inspire-us/imperfect.html
Illustrazione di Marloes de Vries per il calendario Flow Magazine 2015.

Intanto è quasi primavera

Sono stesa sull’erba e il sole mi scalda, una delle sensazioni più belle in assoluto. Riposo e penso.
Sono stanca. Una stanchezza prepotente che richiede la mia attenzione e il mio intervento.
Mi sento come un super eroe che ha salvato l’universo, perlomeno il suo, come se avessi spostato  fisicamente il mondo di quattro persone in un altro luogo con le mani: c’è ancora tanto da fare, ma il peggio dovrebbe essere passato.
Peccato che da qui in poi io non abbia più un piano.
Non ho paura, nella vita ho fatto tanto e tanto ancora devo fare. Devo solo trovare il tempo e l’energia per studiare le nuove mappe e tracciare l’ennesima rotta.
Intanto è quasi primavera e io non me ne sono nemmeno accorta.
Questa mattina ho alzato lo sguardo e ho visto i germogli sugli alberi.
Ho una tela bianca davanti a me e sto iniziando a pensare a quali colori potrei utilizzare, da quali tecniche potrei prendere spunto e a quali immagini potrei dare vita.
Intanto riposo e cerco di accumulare energia, ne avrò bisogno, lo sento.
Non ho un piano, ma sono felice.
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